La notte di Las Vegas si avvicina e la Ferrari f1 ha davanti a sé un lavoro mirato per trasformare un venerdì positivo ma incompleto in una qualifica davvero competitiva. La SF 25 si è mostrata efficace nelle parti più scorrevoli del circuito, con un buon bilanciamento e una velocità interessante nei rettilinei, ma resta condizionata da due limiti tecnici ormai noti, che si sono ripresentati anche nel GP del Nevada. Se Maranello vuole sfruttare l’occasione – su una pista dove Red Bull è in difficoltà e McLaren ha avuto problemi di stabilità – deve intervenire su queste aree con precisione chirurgica nella f1.

I lunghi curvoni: il punto debole cronico della SF-25

Il primo limite riguarda le curve a lunga percorrenza, una caratteristica che accompagna la Ferrari ormai da quasi due stagioni. Sia in FP1 che in FP2 Leclerc e Hamilton hanno mostrato un comportamento meno preciso nelle prime curve del circuito, quelle in cui servono carico stabile, appoggio costante e una piattaforma aerodinamica molto solida. Le curve a lungo raggio continuano a rappresentare un terreno complicato: la vettura tende a scivolare, fatica a mantenere la traiettoria piena e perde velocità in uscita. Questo può essere un problema strutturale della macchina, ma anche un compromesso di assetto, perché Ferrari è scesa in pista con un’ala molto scarica per massimizzare la velocità nei lunghi rettilinei. Per la notte servirà trovare qualche punto di carico in più, senza compromettere troppo l’efficienza. Un micro-aggiustamento può cambiare tanto, soprattutto quando i distacchi saranno nei centesimi. Almeno questo si evince dalla telemetria.

Soft in crisi al warm-up: la priorità in vista delle qualifiche

Il secondo limite è probabilmente il più urgente: la difficoltà nel mandare rapidamente in temperatura la gomma Soft. Questo problema era già emerso nel 2024 e sembra ripresentarsi anche quest’anno dopo che da metà mondiale sembrava essere scomparso: Ferrari impiega più tempo rispetto ai rivali a mettere in finestra l’anteriore, e su un cittadino così freddo la conseguenza è immediata. Meno grip al primo settore, meno fiducia, meno possibilità di spingere subito. Leclerc ha mostrato un buon potenziale quando le gomme entrano finalmente nella finestra giusta, ma il rischio è arrivarci troppo tardi nel giro buono. 

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Sezione: News / Data: Ven 21 novembre 2025 alle 19:15
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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Mirko Borghesi
Editore e Direttore di F1 News, Mirko Borghesi è giornalista dal 2008. Regolarmente iscritto all'Odg, ha lavorato nel mondo del calcio, della politica e dello sport. Attualmente è capo ufficio stampa della Proracing Motorsport Academy di Fisichella, Cioci e Liuzzi; direttore artistico di AsiPlay, la tv dell'ASI, e collabora con diverse testate
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