Sensazionali Team radio di Vettel, Hamilton che vola, un Verstappen che resiste e un Bottas che delude. Questo il quadro dipinto a Barcellona dalla F1 al sesto gran premio stagionale. Una Mercedes che trova i problemi i problemi di Silverstone, li risolve e continua a dominare, dando solo la sensazione a Max Verstappen di poter esser in gioco. Mondiale che si gioca il suo vincitore negli appuntamenti italiani e in Belgio, sul calendario tra due settimane. Arriva il nostro nuovo Power Ranking che non rispecchierà quelle che sono le due classifiche mondiali, ma è una sorta di valore assoluto delle dieci scuderie.

1. Mercedes (-) : Ogni gara avvicina Lewis Hamilton al trono di Pilota-più-forte-di sempre. Sbriciola record, domina le gare, sbriciola gli avversari, tutto con una monoposto fenomenale, delle strategie sempre precise (aperte anche alla discussione della mescola) e una gestione del weekend magistrale. Niente da fare per Valtteri Bottas che non riesce mai a tradurre le sue bellicose intenzioni in atti di forza, tecnica o psicologica, in gara. Anzi, si fa fregare in partenza, dove lui è un gigante. Nico Rosberg ha vinto il mondiale, colpendo Hamilton e distruggendo un’amicizia. Bottas, se vuole entrare nella storia, non può frenare in maniera così accorta alla prima curva.

2. Red Bull (-) : Se qualcosa è ancora aperto, il merito è tutto loro. Max Verstappen smania, sbotta, suda, ma il massimo che può ricavare oggi è un secondo posto e l’ottiene. Chissà se all’esordio non avesse rotto, cosa racconteremo oggi. Non sbaglia mai l’olandese che rinforza la sua seconda posizione nel mondiale. Il muretto box austriaco usa Alexander Albon come cavia per provare la gomma bianca, rovinandogli la gara. A nessuno importa di avere due piloti nella Top 5 (si poteva ottenere ieri) se c’è una, anche minima, possibilità per Verstappen di battagliare per il mondiale. In attesa di capire gli equilibri con le nuove direttive tecniche dal Belgio, Verstappen sta lì a sfruttare le occasioni.

3. Racing Point (-) : Primo segnale di vita e competitività dalle Racing Point. Stavolta non serve un pit stop senza senso nel finale per mettere davanti Lance Stroll al compagno di squadra. Ci pensa Sergio Perez che ignora le bandiere blu. Quarto e quinto posto è ciò che viene richiesto alla scuderia di papà Stroll, essere ridosso ai più forti. Tanto ritmo, precisione nelle strategie (per la prima volta in stagione) e piloti che lottano anche tra di loro senza fare patatrac, come successo nel passato Racing Point. Grande lotta per il terzo posto, che era loro se la FIA non li avesse penalizzati.

4. Ferrari (-) : Ci sentiamo di tenere la Ferrari al quarto posto. Nonostante una McLaren migliore (vedi sotto), nonostante i problemi di comunicazione, nonostante i problemi elettrici nella monoposto di Charles Leclerc, nonostante la qualifica orrenda, nonostante un motore che non ha permesso al monegasco di sorpassare, la Ferrari c’è. Ha ragione Mattia Binotto, quando diceva che c’era il potenziale per il quarto posto con Leclerc (perchè Vettel, non si capisce il motivo, non è così competitivo). Quei maledetti 50 millesimi in qualifica hanno costretto ad annaspare, mentre a Silverstone erano stati decisivi per il podio. Parafrasando il famoso monologo di Al Pacino in Ogni maledetta domenica, è mancato quel millesimo.

5. McLaren (-) : Che lavoro la McLaren! In due anni, è tornata a splendere, lanciando definitivamente un talento del genere di Carlos Sainz che, nella sua Barcellona, ritrova lo smalto dei giorni migliori. Un weekend solido, forte, concentrato, pulito per l’ex Renault che dimostra tutta la sua esperienza in un circuito complesso che la premia e distrugge Norris tutto il weekend. Peccato per il doppiaggio di Verstappen sennò l’avremmo visto in Top 5. Va a punti Lando Norris in un circuito non consono alle sue caratteristiche. Gara di sofferenza per lui, che deve dimostrare una migliore gestione delle gomme. Per il resto, è tutto lì. Un punto di vantaggio sulla Ferrari in Costruttori e uno in meno alla Racing Point.

6. Renault (-) : La più deludente del centro gruppo. Nessun pilota in Q3, Ocon dietro anche a Raikkonen in qualifica, tentano la carta una sosta per fare più strada possibile, ma si piantano a ridosso della zona punti. Non riesce a mettere tutto insieme la Renault e fare un gran weekend. Settimana scorsa, a Silverstone, c’era l’odore di punti buttati, visto il potenziale. Qua in Spagna, invece, c’è l’odore di grosso passo indietro. Era ipotizzabile, viste le difficoltà in Ungheria un mesetto fa. Tutto da sistemare per il Belgio e l’Italia, dove l’alta velocità di Monza e Mugello potrebbe aiutare.

7. Alpha Tauri (-) : In grande crescita la scuderia satellite della Red Bull. Ha trovato un Pierre Gasly da antologia, capace di lottare con i grandi per i punti pesanti. Niente passaggio alla Red Bull per lui, ma tanta lotta anche con il suo rivale diretto, Alex Albon. Ha dimostrato piede pesante e concentrazione per piazzare nuovamente la macchina in Q3 e poi grande gestione per andare a punti, nono. Li ha portati quasi tutti lui i punti alla squadra. Kvyat, invece, lotta, scalcia e ci prova, ma non riesce a sorpassare Vettel quando aveva un ritmo per giocarsela con Gasly. Chiude con una penalità per aver ignorato le bandiere blu, ma occasione sprecata per lui.

8. Alfa Romeo (-) : Salve sono Kimi Raikkonen e tanto tempo fa, in una galassia lontana, sono diventato campione del mondo. Grande weekend per il finlandese che, su questa pista complicata, ribadisce che sopravvivono solo i più esperti. Battuto nettamente, per la prima volta in stagione (e per la prima volta davvero in difficoltà nelle retrovie) Antonio Giovinazzi. Gli ultimi sei fanno mondiale a sè e se Giovinazzi è il primo di loro, stavolta Kimi svernicia tutti e passa anche una Renault in qualifica. Molto lontani, ma bello vedere Raikkonen lottare.

9. Haas (-) : Grosjean continua a muoversi all’ultimo, quando viene risucchiato dal DRS altrui. La mossa continua a destare tante preoccupazioni ma le commissioni delle ultime due gare l’hanno accettata. Per il resto, nessun sobbalzo per gli americani, neanche nelle strategie pazze e ardite delle altre volte. Una scuderia da rifondare, a partire dai piloti.

10. Williams (-) : Roy Nissany è un pilota interessante, nonostante le difficoltà in Formula 2. Questo lo scopriamo il venerdì. Per il resto, il weekend trascorre via facilmente per la storica scuderia inglese, forse la più penalizzata dall’abolizione del Party Mode, dato che lo usavano per mandare ripetutamente George Russell in Q2. Latifi sempre peggio. Sarà il periodo di adattamento in Formula 1, ma manca il guizzo per il figlio di papà.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 agosto 2020 alle 10:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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