George Russell aveva pronosticato a inizio stagione che la Red Bull non avrebbe vinto il campionato costruttori, una previsione che alla fine si è rivelata corretta. Il pilota Mercedes, però, ha ammesso di essersi pentito di quelle parole, giudicate col senno di poi troppo dure nei confronti del team di Milton Keynes, soprattutto considerando il contesto e il peso specifico di una squadra dominante negli ultimi anni.
Una stagione complicata e un obiettivo sfumato
Il 2025 di Russell era iniziato con ambizioni molto alte. Tra i suoi obiettivi dichiarati c’era la lotta per il titolo mondiale piloti, un traguardo che però non si è mai concretizzato davvero. La Mercedes non si è rivelata abbastanza competitiva con continuità, impedendo al britannico di essere stabilmente in corsa per la vittoria. Russell ha vissuto una stagione fatta di sprazzi di altissima competitività e lunghi periodi di rincorsa, in cui il potenziale personale in espansione non è mai stato pienamente supportato dal pacchetto tecnico. In questo scenario si inseriscono anche le dichiarazioni rilasciate nella sezione dei pronostici, quando aveva indicato la Red Bull come squadra destinata a non vincere il campionato costruttori. Una frase forte, che all’epoca sembrava più una provocazione che una previsione fondata, ma che col tempo ha assunto un significato diverso.
La previsione sulla Red Bull che si è avverata
Col passare dei mesi, la stagione ha preso una direzione chiara. La Red Bull non è riuscita a conquistare il titolo costruttori, confermando di fatto il pronostico espresso da Russell. Un evento che ha segnato una discontinuità rispetto agli anni precedenti e che ha aperto nuovi equilibri nel campionato. Nonostante questo, Russell non ha rivendicato quella previsione come un merito personale. Anzi, ha ammesso di essersi sentito a disagio per il tono di quelle parole. "La Red Bull non ha vinto il campionato, è vero, ma ancora oggi mi chiedo perché l’abbia detto in quel modo, forse è stato troppo duro nei loro confronti".
Autoironia e consapevolezza di Russell
Nel commentare quella previsione, Russell ha scelto anche la strada dell’autoironia. "Probabilmente mi imbarazza di più il fatto che non ci sia scritto il mio nome accanto a quel titolo, siete sicuri che fosse davvero una mia frase?". Una battuta che stempera i toni ma che lascia intravedere una frustrazione più profonda, legata a una stagione in cui le ambizioni personali sono rimaste in gran parte inespresse. E forse un rapporto non idilliaco con la scuderia austriaca.
Autore: Mirko Borghesi / Twitter: @@BorghesiMirko
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