Potrebbe essere l’ultimo anno di Sebastian Vettel in Formula 1. In molti, non stanno prendendo in considerazione questa ipotesi, ma il tedesco il suo marchio nella storia l’ha lasciato e potrebbe benissimo decidere di concludere qui la sua avventura in Formula 1. Certo, sarebbe una fine amara, anzi un lungo declino negli ultimi cinque per cause che non competono neanche il talento del quattro volte campione del mondo, ma si sa che prima poi sullo schermo scorrerà la scritta “The End”. Come sarà questa fine per Vettel? Ritiro o no, il 2020 sarà l’ultimo anno di Vettel in Ferrari, un’avventura passata dallo storico-rivoluzionario del 2015 alla triste convivenza matrimoniale di questa stagione che inizierà. Che Vettel troveremo? Che Vettel sarà in questa stagione?

È una situazione complicata perchè inizialmente bisogna capire a che punto è la Ferrari nello sviluppo della macchina e a che punto è nelle gerarchie del mondiale. Helmut Marko e tutti i suoi tirapiedi dell’universo Red Bull parlano di un duello Red Bull-Mercedes con la Racing Point, addirittura, possibile sorpresa ad infastidire la Ferrari e nessuno parla della Rossa, a meno che non si debba dargli addosso. Merito, o demerito, dell’umile strategia di Mattia Binotto che sembra procedere a tentativi dopo la baldanzosa e sonora strategia dello scorso anno rovinata poi fragorosamente dai risultati in pista. Quindi, che macchina sarà la SF1000? Da qua, si può partire per una disamina su che anno sarà per Sebastian Vettel. Le vittorie dello scorso anno sono macchiate dall’incognita motore, però Leclerc e Vettel, ben prima del motore, avevano già piazzato due pole su circuiti favorevoli alla Ferrari e il mini-calendario di quest’anno presenta 4 su 8 circuiti idonei alle ipotetiche caratteristiche Ferrari, che non si sono poi viste un gran tanto a Barcellona.

Le opzioni sono tre, uscite fuori dalla combinazione di due variabili: Macchina Buona (ma anche non Buona)-Vettel non professionale, ovvero il caso Russia: Leclerc ha la pole e per ordini di scuderia lascia la posizione in partenza a Vettel, che non gliela restituisce e va per conto suo. Il tedesco potrebbe sbattersene ampiamente della volontà di Ferrari di costruire e far migliorare Charles Leclerc e sa che se la Ferrari vuole arrivare più in alto possibile nel mondiale non può permettersi di sostituirlo. Ergo, anche in presenza di un atteggiamento non professionale, Vettel potrebbe tenere in mano la Ferrari con le sue bizze, di puro orgoglio sia chiaro, non fu cattiveria quella di Sochi. Seconda ipotesi è la peggiore, ma forse anche quella più probabile, la combinazione Non Buona-Professionale. Sia chiaro, non sappiamo veramente che macchina sia la SF1000, ma questo caso rientra nella casistica 2019: stagione normale, circuiti in cui viene asfaltato insieme al bitume dal Mercedes e Red Bull, qualche lampo ma niente di veramente competitivo. In questo caso, vedremmo un Vettel rassegnato ormai dal fatto che forse il fallimento della sua avventura in Ferrari, oltre al 2018, è stato per colpa di una macchina pessima. Non vale la pena neanche avere rigurgiti di orgoglio, fa il suo lavoro, magari piazza una vittoria a Monza con il pubblico Rosso che lo ringrazia (vabbè, qua sto volando alto) e ci si saluta con tanto affetto.

La terza è quella quasi utopistica, Macchina Buona-Vettel professionale. Cosa succederebbe se la Ferrari avesse una macchina da titolo? Vettel potrebbe risolvere una volta per tutti il suo rapporto con una tifoseria che si aspettava in lui una reincarnazione di un altro tedesco e si è ritrovato un tedesco in declino, ma, allo stesso tempo, Ferrari si è legata mani, piedi, braccia e testa a Charles Leclerc e parrebbe strano accantonare per un anno il progetto Leclerc per far provare a far vincere Vettel. Abbiamo visto che Charlie è molto più petulante e permaloso di Vettel, soprattutto in quei casi in cui il tedesco non gli ha restituito la posizione, il monegasco è stato molto pressante nei team radio. Se dovesse essere questa situazione, e lo speriamo, le opzioni diventano due: degenera tutto nel primo caso perchè sete di vendetta e ricordi di accantonamento sale nelle vene di Sebastian Vettel che inizia a rovinare i piani gara della Ferrari o il team principal fa il suo dovere, gestisce due piloti affamati, ognuno per i suoi motivi, lavora di diplomazia quando spiega i piani gara e cerca di portare sullo stesso piano due piloti. Non è un’impresa utopistica lavorare con due piloti senza gerarchia, ci vuole solo più impegno, doti umane e anche due piloti adatti. Potrebbe essere l’ultimo anno di Sebastian Vettel in Formula 1. Indipendentemente dal Vettel-Type che sarà, grazie Seb per gli ultimi quindici anni.

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Sezione: Editoriale / Data: Gio 18 giugno 2020 alle 12:00
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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