"Sarà per l'anno prossimo". Questo è il leit motiv che si sente in questo periodo dell'anno negli ultimi dieci anni nelle discussioni che includono la Ferrari. Il primo anno della gestione Binotto è da sufficienza onesta e, se la volessimo vedere come un bicchiere mezzo pieno, significherebbe che c'è tanto da migliorare. Questa è la posizione di Giorgio Terruzzi de La Stampa.

Un ultimo atto che vale come sintesi. Hamilton, Verstappen e Leclerc sul podio: sono loro i veri protagonisti del 2019. Bene che sia finita, comunque, vista la straordinaria solidità Mercedes; vista la crescita di Red Bull e Honda. Abbastanza per trasformare i guizzi rossi del sabato in frustrazioni domenicali. Davanti ci sono due team da aggredire faticosamente, sull’evoluzione aerodinamica, sullo sviluppo motoristico ma anche sull’organizzazione interna. In questo senso Mattia Binotto è chiamato a un lavoro invernale se possibile più stressante rispetto ai mesi trascorsi in pista. C’è la nuova macchina da far sbocciare; ci sono uomini chiave ai quali richiedere più attenzione, più rigore, sperando che dalla qualità della vettura 2020 arrivi anche un filo di serenità. Ciò che permette di pianificare senza questa foga da rincorsa che ha prodotto molti errori. […] La Ferrari sarà in prima linea sulla definizione della F1 che verrà, a partire dal 2021. Ha una forza politica che viene dalla sua storia e, anche per questo, molti avversari pronti a tutto. Ciò che è accaduto quest’anno in termini di sospetti, malignità, accuse di irregolarità, ha offerto uno spettacolo esauriente sulle leve politiche che agiscono nelle stanze della F1. Molte lezioni. Per migliorare con intensità e cinismo indispensabili.

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Sezione: News / Data: Lun 02 dicembre 2019 alle 14:30
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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