Il racconto privato del Michael Schumacher compagno di squadra da parte di Nico Rosberg ha fatto discutere. Parlando con con Daniel Ricciardo nel suo podcast Beyond Victory, Rosberg ha raccontato di episodi decisamente al limite di quella che lui ha stesso definito una tortura psicologica: "A Montecarlo, prima delle qualifiche, ad esempio, c’era solo un bagno. A dieci minuti dall’inizio, quando avevo appena il tempo per fare l’ultima pipì, prima di salire in macchina, scendo e lo trovo occupato. Quindi, pensando che dentro ci fosse un meccanico, busso alla porta e dico: ‘Sono Nico, per favore, fammi entrare’, perché avevo la priorità. Ma nessuno risponde, anche se sento che dentro c’è qualcuno. Era Michael, appoggiato al muro, che guardava l’orologio e faceva il conto alla rovescia: sapendo che se fosse riuscito ad uscire dal bagno a tre minuti dall’inizio delle qualifiche avrebbe potuto salire in macchina, mettersi le cinture di sicurezza e andare in pista senza perdere tempo o rovinare la sua strategia. E io, invece, stavo lì fuori in pieno panico, perché non potevo iniziare le qualifiche con la vescica piena, sarebbe stato un disastro. A quel punto non avevo altra scelta: ho urinato nel secchio dell’olio che stava nell’angolo, davanti a tutti i meccanici che lavoravano e correvano da tutte le parti. Ho trovato questa soluzione, ma il panico ha comunque condizionato le mie qualifiche. Mentre sono lì, la porta si apre, Michael esce fuori tutto tranquillo, e corre via verso la macchina. Giochetti di questo tipo erano all’ordine del giorno. Una delle missioni principali di Michael era quella di non dimostrarmi mai che io esistessi nella sua vita. In qualsiasi riunione non chiedeva mai ‘Cosa avete fatto sulla macchina di Nico?’ oppure ‘Ehi Nico, che ne pensi?’. Mai una volta in tre anni: semplicemente non esistevo". Rosberg conferma però come questo atteggiamento da parte di Schumacher lo abbia fatto crescere molto: "È stato un processo di apprendimento molto grande. Michael aveva una mentalità guerriera fenomenale. E io la vivevo e la respiravo ogni giorno, a volte all’estremo. Dalla mattina alla sera cercava solo di entrarmi nel cervello e di rovinare la mia autostima”.

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Sezione: News / Data: Mar 18 giugno 2019 alle 09:53
Autore: F1N Redazione
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